«Io l’amo profondamente la mia Calabria, ho dentro di me il suo silenzio, la sua solitudine tragica e solenne. Sento che pure qualcosa dovrà venire fuori di lì: un giorno o l’altro dovrà ritrovare dentro di sé ancora quelle tracce che conserva dell’antica civiltà della Magna Grecia».
«Quando fu il giorno della Calabria Dio …….Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate».
«Come artista e come uomo debbo il meglio di me alla mia culla, per me Calabria significa categoria morale prima ancora che espressione geografica».
«Patisco d’amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell’abbandono in cui siamo caduti e tenuti… e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata.»
«In Calabria è stato commesso il più grave dei delitti, di cui non risponderà mai nessuno :è stata uccisa la speranza pura, quella un po’ anarchica ed infantile di chi vivendo prima della storia, ha ancora tutta la storia davanti a sé».
«La dignità è al sommo di tutti i pensieri ed è il lato positivo dei calabresi, come è la difficoltà contro cui si può urtare inconsapevolmente poiché è qualche volta tutto quanto ha l’uomo».